Semu junti a lu Vènnari Santu e ciauru di cassata nun ni sentu!
Semu junti a lu Vènnari Santu e ciauru di cassata nun ni sentu! Siamo arrivati alVenerdì Santo e non sento odore di cassata! Detto di chi si trova ad un passo dal traguardo sperato ma ancora non ne vede gli effetti pratici e comincia a preoccuparsi. Nella civiltà contadina dei tempi passati, il dolce si accompagnava ad una Festa: così come i "cucciddata" erano il dolce di Natale, la "cassata" a base di pan di spagna e ricotta era il dolce tipico di Pasqua. Nei giorni precedenti la Domenica di Pasqua, molto spesso in concomintanza con "la fatta di pane" per sfruttare il calore residuo del forno, si preparava il "pan di spagna" a base di uova sbattute a neve, farina doppio "0" e lievito comprato da "Don Ciro Galifi". Per le vie del paese a partire dal lunedì precedente la Pasqua si cominciava a sentire il caratteristico odore che usciva dai "fumalori" delle case. Chi, arrivato al Venerdì Santo, non sentiva ancora odore a casa sua, cominciava a disperare la possibilità di mangiare il tanto desiderato dolce il giorno di Pasqua e si lasciava andare a questa amara considerazione: Semu junti a lu Vènnari Santu e ciauru di cassata nun ni sentu! |
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