Non è sempre "fliria-floria" che carcarazza canta!
Il detto (un misto di italiano e siciliano) veniva spesso citato da don Antonino Leone nelle stanze del "circolo dei ricchi" dove passò gran parte degli ultimi anni della sua vita quando, rimasto vedovo della Signora Daidone, continuò ad abitare nel palazzo Daidone poi acquistato e restaurato dal Comune di Vita. Anche se non è certo, è molto probabile che sia stato proprio Antonino Leone a coniarlo; per chi come me lo ha conosciuto, ci sono pochi dubbi. Per chiarire il significato, bisogna prima decifrare il testo: "carcarazza" = gazza ladra. Il testo diverrebbe così: Non è sempre "fliria-floria" che la gazza ladra canta! Non resta che tradurre "fliria-floria". Questa, da me richiesta, la traduzione che il Leone, tanti anni fa mi diede: "Il fliria-floria vuole riportare in parole quello che è l'atteggiamento saltellante, impavido e sfacciato che la gazza ladra pone in essere fino a quando, approfittando di una disattenzione, riesce a rubare quanto l'attira." Il testo dice che non sempre ciò avviene e, pertanto, non sempre la gazza canta (di soddisfazione). Don Antonino citava appropriatamente tale detto quando il bluff di un giocatore di poker veniva scoperto o quando un rischioso tiro sul tavolo del biliardo non otteneva punti ma, al contrario, procurava la perdita della partita. Per estensione si può riferire a tutte le occasioni in cui si cerca di ottenere vantaggi, magari con sotterfugi e furberie, e non si ottiene l'effetto sperato. |
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