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Le varie espressioni dell’arte
“DANZATRICI CLASSICHE” (di Teresa Mannone)La danza classica, qui vista nel dietro le quinte, nel lavoro diuturno che rende poi possibile la danza vera e propria, è ritratta in modo leggiadro e quasi etereo. Il gioco di specchi rende ancora più gradevole la visione delle acconciature e della postura delle danzatrici.
“RAGAZZI CHE BALLANO” (di Giuseppe Sansica)Tipica atmosfera della “festa in casa”: i genitori fanno da spettatori alle esibizioni dei ragazzi. Un tempo era una scena abbastanza frequente ed è tipica dei piccoli paesi. Da notare la ricchezza dei vestiti da festa delle ragazze.
“LA COMMEDIA” (di Rosario Casano)In tante occasioni la vita delle piccole comunità viene movimentata dalla rappresentazione di qualche commedia, specialmente se in lingua siciliana o con personaggi interpretati da concittadini o conosceti. In quelle occasioni i locali o le piazze si riempiono di una massa di festoni spettatori che sono essi stessi parte dello spettacolo.
“VIBRAZIONI UMANE” (di Giovanni Bevilacqua)Gli strumenti dell’orchestra, in uno sfondo astratto. Ognuno emette una propria vibrazione che rimane impressa nelle menti umane.
“VIBRAZIONI UMANE –IL PIANISTA-“ (di Giovanni Bevilacqua)Insolito pianista, in una miscela di suoni, con il suo strumento e con “tutte” le sue mani riesce a trasmetterci emozioni musicali in uno sfondo astratto.
“DANZATRICI MODERNE” (di Daniela Maria Mercadante)L’espressione plastica delle danzatrici ferma un attimo del loro danzare. Ma l’impressione che se ne trae non è affatto statica, anzi coinvolge lo spettatore che ha l’impressione di partecipare alla danza.
“STRUTTURE PALCOSCENICHE” (di Vito Criscenti Dovital)
“IL TEATRO DELL’OPERA” ( di Graziella Pagoto)L’opera è un genere teatrale in cui l’azione scenica è abbinata alla musica e al canto. Nella rappresentazione due attori in un momento di recitazione e una platea attenta e affollata.
“IL SOGNO DI LINDORO” (di Mirella Amantia)Lindoro, giovane e bello, sognatore e amante.
“MONDO DEL VARIETA’” (di Angela Tusa)Davvero rimarchevole la maestra dell’autrice che fa “vivere” l’atmosfera tipica del Tabarin di fine ‘800 e inizi ‘900. La ricchezza degli arredi riporta ad un mondo dorato e rarefatto lontano mille miglia dalle chiassose discoteche moderne.
“LA FESTA DELL’UVA” (di Anna Buscaino e Alessandra Lombardo)Si tratta di una scultura bassorilievo, in cui ogni singolo pezzo è una tessera musiva fatta interamente a mano e decorata con colaggio di smalti puri. Tale pannello è allocato sulla facciata dell’auditorium del Centro Sociale. |
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