Troppa ràzia Sant'Antoni
Troppa grazia Santo Antonio di Padova Nei primi anni del '900 (1905 circa) un nostro concittadino (un agiato "massarioto") si era fidanzato con la ragazza che poi divenne sua moglie. Nei primi giorni di fidanzamento voleva, come è comprensibile, far colpo sulla sua ragazza e suoi parenti. Pertanto, una Domenica, si presentò in casa dei suoceri a cavallo di una bella giumenta riccamente bardata. Finita la visita, dovendo rientrare a casa sempre con lo stesso mezzo di locomozione che a quei tempi rappresentava una odierna fuori serie, si presentò un problema di non facile soluzione. Il nostro concittadino era infatti basso di statura e per salire in sella usava spesso poggiare i piedi su una "bancata" (allora presente davanti ad ogni casa, specie in campagna). Nell'occasione però, pur essendo presente la canonica "bancata" davanti la casa della fidanzata, non volle servirsene proprio per non mettere in maggiore risalto la sua bassa statura. Si raccomandò mentalmente al Santo, di cui era devotissimo e di cui portava il nome, affinchè lo aiutasse nello slancio che lo avrebbe dovuto portare in sella. Sta di fatto che, o per eccesso di slancio o per il fortissimo intervento del Santo, il nostro concittadino finì per terra dopo aver superato la sella della sua cavalcatura. A terra e malconcio, mentre la fidanzata e suoi congiunti lo aiutavano a rialzarsi, si rivolse al Santo rimproverandolo amorevolmente per avergli fatto una grazia superiore alle sue necessità: "Troppa ràzia, Sant'Antoni" Nota del 18/04/2013 - Nei giorni scorsi, una delle domande della trasmissione "l'eredità" ha avuto come oggetto l'origine del detto da noi citato e Carlo Conti, nel commentare la risposta, ha dato la spiegazione che ricalca in pieno quella da noi indicata e cioè che "la troppa grazia" si riferisce ad un eccesso di vigore nel saltare a cavallo da parte di una persona che temeva di non farcela. (isidoro spanò) Articoli correlati |
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