Festa di San Francesco di Paola
La devozione a San Francesco di Paola a Vita è molto sentita dalla comunità e ha un forte carattere religioso, senza influenze folkloristiche. Il santo è molto amato e rispettato. Vita conserva una statua di San Francesco di grande valore artistico.
Il centro del culto, fino al terremoto del 1968, era la chiesa del Purgatorio. Dopo il terremoto, che danneggiò gravemente la chiesa, la festa fu sospesa. Tuttavia, negli anni ’80 i festeggiamenti sono ripresi, e sono diventati gradualmente più vivaci e partecipati.
A 7 km di distanza, a Salemi, nel XVII secolo c’era un convento dei frati Minimi, molto attivo. Ancora oggi esiste una parrocchia dedicata a San Francesco di Paola. Si pensa che la devozione dei vitesi a San Francesco e la celebrazione della festa siano nate proprio a Salemi, grazie anche all’impegno dei frati Minimi, molto vicini al clero di Vita dell’epoca.
Dopo il terremoto del 1968, la statua è stata custodita per circa 25 anni da due famiglie, fino al 1991, quando la chiesa di San Francesco è stata riaperta e la statua è stata collocata al suo posto.
All’inizio i festeggiamenti erano regolari, con il triduo e la processione, ma nel tempo sono diventati sempre più sporadici, arrivando a fermarsi quasi del tutto negli anni ’60 e ’70. Tra il 1961 e il 1988 si è tenuta una sola processione, nel 1974. Tuttavia, la devozione dei vitesi verso il santo non è mai venuta meno.
Nel 1987, grazie all’iniziativa di alcuni giovani (Arena Gioacchino, Patti Antonino, Gucciardo Giuseppe, Daidone Girolamo), è stato creato un nuovo comitato per i festeggiamenti, e le celebrazioni sono riprese con una maggiore regolarità. Ogni anno veniva celebrato il triduo, mentre la processione si svolgeva ogni due anni, alternandosi con la festa di San Giuseppe. Oggi, invece, la festa viene celebrata ogni anno.
Nel gennaio 2002, la statua è stata restaurata, e il mantello del santo, che era stato dipinto di nero, ha recuperato il suo colore originale, marrone scuro. Il bastone d’argento, risalente al 1792 e raffigurante una verga con piccole fiamme, è un altro segno della devozione dei vitesi, insieme agli ex voto donati al santo.
Ogni anno, tra la fine di giugno e l’inizio di luglio, il comitato dei festeggiamenti organizza una settimana di celebrazioni in onore di San Francesco. Un momento particolarmente significativo è la serata in cui, dopo la messa, viene inaugurato l’altare “di lu Santu Patri”, una struttura di legno decorata con mortella e piccole pagnotte scolpite a forma di bastone. Sui ripiani, davanti alla statua, vengono posti tredici pani che saranno poi distribuiti ai “santi”. Il pranzo in onore del santo include piatti tipici, tra cui la pasta col macco di fave, offerta a tutti i fedeli.
La festa si conclude la domenica con la processione religiosa. Nel 2016 si è tenuto anche un corteo storico straordinario, “di lu Santo Patre”, che ha raccontato la vita del santo attraverso numerosi quadri viventi.
Pranzo con i 13 Franceschi
Da ormai diversi anni, il Comitato San Francesco di Paola organizza una giornata speciale, che si svolge il giorno precedente la festa, con l’obiettivo di accogliere tredici persone che portano il nome di Francesco. Queste persone vengono invitate a partecipare a un pranzo comunitario in cui vengono serviti piatti tipici della tradizione gastronomica locale. L’iniziativa ha molteplici somiglianze con la festa di San Giuseppe, anch’essa profondamente radicata nella cultura e nelle tradizioni locali.
Il pranzo rappresenta un momento di grande gioia e condivisione per l’intera comunità, un’occasione di incontro che coinvolge tutti. Ogni famiglia del paese prepara una pietanza tradizionale da offrire ai partecipanti, contribuendo così a un’atmosfera di allegria e fraternità. Le pietanze servite sono in gran parte piatti della cucina povera, realizzati con ingredienti semplici ma ricchi di sapore, che rispecchiano la cultura gastronomica della zona.
La “star” del pranzo è senza dubbio la pasta con il macco di fave, un piatto che nel corso degli anni è diventato il simbolo stesso della festa, tanto che la sua preparazione segna la fine del pranzo. Questa tradizione culinaria, che rappresenta l’essenza della cucina contadina, conclude la giornata con un gesto di unione e di continuità culturale.
Nel corso degli anni, l’evento si è svolto in vari luoghi del paese, ma nell’ultimo anno la festa si è tenuta nella centralissima piazza Municipio, dove la comunità si è riunita in un’atmosfera ancora più festosa e partecipativa.