Don Gaspare Bruno

Nelson Mandela diceva: “L’istruzione è l’arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo”.

Nell’era del secondo dopoguerra lo scenario di Vita, come quello della maggior parte dei paesini rurali della Sicilia era disastroso: ovunque miseria, distruzione e sbandamento, non solo materiale ma anche morale.

La povertà e l’analfabetismo mietevano le proprie vittime e un uomo, un sacerdote nato a New York nel 1909 da emigrati vitesi, che aveva viaggiato molto e si era laureato in pedagogia prima di intraprendere la strada del sacerdozio, sapeva che solo con la cultura avrebbe potuto fare qualcosa per il suo paese d’origine.

Fondò a Vita la scuola media, che inizialmente contava solo dodici alunni e aveva luogo in casa sua. Questa prese sempre più piede e permise a molti giovani vitesi di istruirsi ed avere un riscatto nella loro vita.

La scuola fondata da Don Gaspare Bruno segnò un punto di svolta per il paese, perché finalmente venivano accorciate le distanze tra le classi sociali, tra coloro che potevano permettersi gli studi privati e quelli che invece fino a quel momento erano rimasti analfabeti, senza aspirazioni lavorative: nel giro di poco tempo, infatti, Vita partorì insegnanti, dottori, avvocati, ingegneri, economisti… una nuova generazione di professionisti che furono sempre riconoscenti a quel sacerdote rivoluzionario che si era soliti incontrare al bar, perché lontano dai consueti rigidi schemi che la Chiesa Cattolica impartiva.

Don Bruno aveva un carattere forte e prorompente. Era abituato a porsi delle domande, a ragionare e non accettare nulla che non avesse una spiegazione logica, così come dettava la cultura umanistica che tanto amava, dubitando su tutto eccetto, ovviamente, sulla sua salda Fede.

Jeannette Tilotta