Inflessibilità e dolcezza. Tradizione ed eccentricità. Cerimoniosità e spontaneità. Rigidità ed avanguardia. Ossimori che sembrerebbero non poter appartenere tutti ad uno stesso soggetto contemporaneamente, ma la grandezza di Padre Giuseppe Marchello era proprio questa: smentire sempre chi pensava di conoscerlo bene e di aver capito tutto della sua personalità. Perché lui era sempre pronto a stupirti, attento a non cadere mai nel banale o nell’ordinario.
Era un devotissimo arciprete all’antica, ferreo nelle regole morali e di costume che dovevano essere onorate dai fedeli nella propria dimora, e che sono rimaste invariate per i suoi oltre sessant’anni di servizio pastorale. Era un grande studioso delle Sacre Scritture, ma anche di filosofia, di storia e di letteratura. Era a sua volta scrittore e poeta, le sue rime di amore e adorazione verso la Madonna sono innumerevoli, e rileggerle a pochi anni dalla sua scomparsa, oggi confonde e trasmette emozioni diverse: affetto, tristezza, ammirazione, sconforto… come se la comunità di Vita, la sua tanto amata Vita, non riesca ancora a credere che quella che è stata indiscutibilmente la figura di riferimento più importante nell’ultimo secolo, oggi non ci sia più.
Quella chiesa, nonostante le austerità e le rigidità, faceva parte del patrimonio di ogni Vitese. Ognuno lì si sentiva a casa, ognuno sapeva di poter sempre contare su quel sacerdote che lo aveva battezzato, che lo aveva cresimato o sposato. E poteva contarvi nonostante magari in passato avessero avuto qualche scontro di natura politica, culturale, organizzativa o dottrinale, in quanto lui era una persona intelligente, una di quelle con cui è bello anche litigare, perché una volta chiusa la discussione, non dimentica mai il rispetto altrui.
Oggi la sua assenza pesa moltissimo ed entrare in quella chiesa non fa altro che evocare il ricordo di quel pastore che fin da giovanissimo ha guidato il suo gregge e che con pacatezza ed intelligenza rispondeva alle domande che inevitabilmente il XXI secolo pone al cattolicesimo. Paradossalmente un uomo di oltre novanti anni riusciva ancora a fornirle e stare, pur nella sua rigidità, al passo con i tempi.
Jeannette Tilotta