Mi chiamo Maria Stabile, sono nata a Vita il 07/07/1946 in una famiglia molto povera. Mio padre lavorava a giornata in campagna e mia madre si arrabattava in casa per far bastare le poche lire che lui portava ogni tanto, perché non sempre i padroni erano puntuali nel pagare.
Da bambina, dopo la scuola elementare, avrei voluto studiare, ma in casa non c’erano i mezzi per poterlo fare perché si era poveri e basta.
Nel mio cuore, malgrado tutto, c’erano molte aspirazioni. Mi piaceva scrivere e mi piaceva tanto la musica. Non avevo mai dimenticato la promessa di mio padre, che se la nostra vita fosse migliorata anche di poco:
“Palora mia d’anuri ti fazzu studiari.” (Parola mia d’onore ti faccio studiare.)
A diciannove anni mio padre mi disse che se volevo studiare potevo farlo e così cominciai a frequentare la 1° media con le bambine e i bambini di undici anni, appena usciti dalle elementari. Sono sempre stata di carattere molto semplice e quindi stavo bene insieme a loro.
Nel pomeriggio cominciai privatamente la 2° media per poter a fine anno scolastico fare gli esami per essere ammessa alla 3° e anticipare un anno di studi. Ricordo che mia madre non vedeva di buon occhio questa mia “smania” di studiare, perché si preoccupava per quando avrei dovuto viaggiare per andare a Trapani o a S. Ninfa, dove c’erano le scuole superiori.
Per questo motivo litigava spesso con mio padre, perché aveva paura che una volta fuori paese avrei potuto avere le occasioni per “sbagliare.”
La scuola privata me la faceva una signorina di mezza età che mi prese molto a cuore. Era la signorina Teresa Di Lorenzo. Anch’io le volli bene subito, perché fu la prima persona che capì dal mio sguardo chi ero dentro di me e cosa avrei voluto dalla vita. Con lei potevo parlare liberamente, potevo raccontare qualunque cosa volevo, potevo svelarle i miei sogni più segreti e quant’altro veniva fuori a poco a poco dal mio essere, di bambina prima e di ragazza dopo.
Fu un anno scolastico molto bello e pieno di tante verità interessanti che prima non conoscevo. Nel frattempo l’uomo che oggi è mio marito cominciò a chiedere la mia mano a mio padre, (in quegli anni si faceva così). Io non volevo saper altro che studiare, non che non fosse un bravo giovane, ma io nemmeno lo guardavo, presa com’ero dallo studio e dalla voglia matta di andare avanti per diplomarmi. La signorina Teresa mi incoraggiava ad andare avanti, mentre mia madre, invece, tanto fece, tanto disse che mi convinse a sposare quel bravo ragazzo.
Senza nemmeno farmi finire la scuola media, mi ritrovai sposata e un anno dopo madre, felicissima, di una bellissima bambina.
Volevo, comunque, riprendere il sogno che avevo interrotto e così un anno dopo ritornai dalla mia carissima amica Teresa (che ogni tanto andavo a trovare per amicizia) per ricominciare gli studi privatamente. Quel giorno tornai a casa mia giuliva, spingendo la carrozzina (alla fine del 1968 quasi nessuno aveva la macchina e nemmeno noi) con dentro la mia bambina e tanti di libri che mi aveva dato Teresa.
Dopo qualche mese mi accorgo di essere incinta della mia secondogenita, così riporto indietro i libri a Teresa, promettendole che sarei tornata a riprendermeli quando il tempo sarebbe stato maturo per me.
Poi nasce la seconda bambina e dopo qualche tempo ritorno da Teresa con la voglia di riprendere a studiare e per altre due volte si ripete la stessa cosa, cioè, i libri arrivavano a casa mia e dopo poco ritornavano da Teresa, perché a distanza di due anni l’una dall’altra nascono altre due bambine, splendide come le prime due.
Siamo nel 1975, un giorno vado a trovare la mia amica, questa volta con la macchina e le mie splendide bambine che si chiamano Giacoma, Paola, Salvina e Giusy, al che lei, dopo aver giocato un po’ con loro mi fa:
“Maria, non venire più da me per prendere i libri per ricominciare a studiare, perché ogni volta che vieni a casa mia per questo motivo rimani incinta, goditi la tua bellissima famiglia e non ci pensare più.”
Così ho fatto ma ci ho pensato sempre. Per necessità familiari economiche comincio pure a lavorare ed ho fatto per tanti anni l’operaia antincendi per l’Ispettorato Ripartimentale delle foreste di Trapani. Per quattro mesi estivi all’anno ho fatto i miei turni su una torretta nel bosco di Castellaccio di Santa Ninfa (TP).
Nel 1990 prendo la licenza media ad un corso di scuola serale, uscendo con un bel “Distinto”, ripromettendomi che non appena avrei sposate tutte e quattro le mie ragazze, avrei fatto il possibile per diplomarmi. Nel 1999 si sposa anche la piccola e io che già scrivevo tanto, comincio a sognare la mia libertà di studiare, ma porto a vivere con me mia madre, malata di Alzheimer.
Con l’Alzheimer non c’è tempo per i sogni e allora… punto e basta. Non era destino.
Nei ritagli di tempo, che mi cerco, riprendo dal cassetto segreto le mie poesie, le mie canzoni, i miei racconti e la mia commedia ‘L’Amuri Eternu’ che nel 2004 viene rappresentata nel Teatro Leonardo da Vinci di Montreal da una compagnia teatrale siciliana, scritte nei momenti liberi o in momenti di gioia o di sconforto.
Alcune le aggiusto, altre le strappo e poi continuo a scrivere di tutto, finché nel 2003 mi iscrivo al “Gruppo Poetico San Michele” di Erice (TP) e incomincio a partecipare a vari concorsi di Poesia e Narrativa raggiungendo buone posizioni e nel 2013 presento il mio libro di Poesie ‘Ciuri Vitalori’.
Adesso pensionata e nonna di otto nipoti, mi sento una donna serena e una figlia altrettanto serena e consapevole di essere stato il destino ad aver scelto la strada che Dio ha voluto per me.
Sono meravigliosamente felice perché i miei scritti vengono letti, capiti e premiati.